Natale Addamiano nasce a Bitetto (Bari) nel 1943. Trasferitosi a Milano nel 1968, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 1970 acquista il primo studio meneghino, in via Paolo Frisi, e nel 1971 tiene la sua prima personale alla Galleria Solferino di Milano, dove espone una trentina di Diari notturni, presentata da Giorgio Seveso e, nell’occasione, Dino Buzzati acquista due opere. Negli anni successivi espone presso Galleria A-Dieci (Padova, 1972), Galleria La Bussola (Bari, 1973) e Galleria Il Modulo (Francavilla a Mare, 1974).
Dal 1975 al 2007 è titolare della cattedra di Pittura a Brera.
I primi anni milanesi sono il periodo del diario esistenziale, con le potenzialità visionarie strutturali della mente poetica; emerge nell’artista la necessità di esprimere una sovrapposizione di stati d’animo.
Il richiamo evocativo alle origini diviene momento consolatorio e di trasmissione di un messaggio attraverso l’opera nei Diari notturni.
Nel 1971 Pietro Marino lo invita al XXV Premio Michetti e alla collettiva “Immaginazione e Realtà”, presso la Pinacoteca Provinciale di Bari.
Proprio l’arte come veicolo di messaggi fa sì che Addamiano apra profondi dialoghi con altri artisti del periodo: Bianchieri, Zigaina, Gianquinto, Forgioli, Della Torre, Salvo per citarne alcuni.
Dal 1978 il colore assume un ruolo di primaria importanza per la sua ricerca; importanti sono gli studi incessanti sul paesaggio delle Murge, che dona alle sue opere la forza espressiva con ampie campiture di colore caldo (rosso, arancio, giallo, ocra), vissuto come pura emozione.
È con le Gravine (1978-2005) che prende corpo una sua poetica fatta di materia e luce.
L’astrazione riveste un ruolo privilegiato nel fare pittura di Addamiano.
Gli anni Duemila inaugurano una nuova visione sulla natura con i Cieli stellati, paesaggi sublimi, tesi verso l’infinito.
Le ampie campiture di cui sono fatte le volte celesti sono ritmate da segni e materia luminosi.
“Soggetto e sfondo di un quadro hanno lo stesso valore: nessun punto è più importante dell’altro, conta solo la composizione. Il colore raggiunge la sua piena espressione solo quando è organizzato, quando corrisponde all’intensità dell’emozione dell’artista”.
Nel 1978 è presente al Palazzo Ducale di Urbino con “Astrazione dal paesaggio”, curata da Roberto Sanesi, che cura anche il catalogo dell’esposizione tenuta negli spazi della Galleria Cocorocchia di Milano.
L’ingegnere Boschi Di Stefano acquista due quadri per la sua collezione privata.
Al 1983 risale una mostra di incisioni presso il Palazzo Sormani di Milano, cui seguono due segnalazioni su Bolaffi Arte da parte di Giorgio Mascherpa e Roberto Sanesi. Nel 1990 inaugura una personale alla Spirale di Milano, dove conosce Kayoko Shimada, suo punto di riferimento per il Giappone. In questi anni partecipa a numerose rassegne e premi, tra cui la XXXII Biennale di Milano (1994); nel 1993 gli viene dedicata una prima grande antologica presso Villa Cattaneo a San Quirino.
Nel 2002 nasce l’Archivio generale presso la Dep Art Gallery di Milano.
Nell’ottobre del 2003 si trova in Giappone (Tokyo, Kyoto, Kobe, Osaka, Niigata), dove inaugura cinque mostre personali, e nel 2004 è invitato a Cracovia, all’Istituto Italiano di Cultura, con trenta opere scelte dal critico milanese Flaminio Gualdoni. Nel 2005 la città di San Vito al Tagliamento organizza un’esposizione all’Ex Ospedale dei Battuti, a cura di Andrea del Guercio, e il Centro Studi Sartori per la Grafica di Mantova presenta il catalogo dell’opera completa incisa realizzata tra il 1972 e il 2002. Segue, nell’estate dello stesso anno, un’ampia antologica al Museo Archeologico Nazionale di Paestum (2005), in cui Luca Beatrice documenta l’intero iter creativo dell’artista: dagli esordi degli anni settanta con la serie dei Diari notturni, caratterizzati da cromatismi cupi e inquieti, alle opere più recenti, legate invece a una visione lirica e poetica della natura, con un volume edito da Charta.
Nel 2008 la città di Molfetta gli dedica una importante personale curata da Piero Boccuzzi, che ripercorre il tema caro delle Gravine presso lo spazio Torrione Passari e, negli spazi espositivi della Casa del Pane di Milano, è allestita una mostra dedicata ai Notturni, a cura di Giorgio Seveso.
L’Accademia di Brera, nel 2009, organizza una mostra incentrata sulle opere su carta realizzate tra il 1970 e il 2008, curata da Claudio Cerritelli.
Flaminio Gualdoni presenta le opere Gravine e Cieli presso la Dep Art Gallery di Milano (2010). Inizia il ciclo Cieli stellati, presentato successivamente alle fiere di Milano, Bologna, Verona, Amsterdam, Tokyo e New York.
Nel 2016 espone in una personale curata da Leonardo Conti alla Galleria PoliArt, e al Palazzo della Permanente, nella rassegna “Caratteri celesti” a cura di Gianluca Ranzi.
Il 2018 lo vede assoluto protagonista alle Gallerie del Chiostro del Bramante di Roma, nella mostra “Addamiano. Una pittura che racconta la luce”, a cura di Matteo Galbiati, con un volume edito da Skira.
Nel 2019 le opere di Addamiano dialogano con gli spazi settecenteschi di Villa Vertua Masolo a Nova Milanese: i dipinti scelti da Matteo Galbiati, di grande formato, sono realizzati tra il 2002 e il 2019. Nel percorso espositivo, dedicato al tema dei Cieli stellati, le opere prendono vita dal rapporto di Addamiano con la natura. Il suo può essere considerato un diario continuo con il paesaggio, con i cieli, ricchi di poesia e incanto.